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Avatar è un termine che può ormai avere diverse accezioni. Se si guarda all’etimologia della parola si possono scoprire le sue radici spirituali, e via via le varie trasformazioni o incrementi che Avatar come termine ha avuto nel corso della sua evoluzione. Ma il divenire, si sa, è una continuità inarrestabile e spesso dipende da piccole cose, come piccola cosa può essere il mio modo di intendere AVATAR, si perché io… è un termine che potrei dire “guardo di sguincio”, attraverso altre lenti, sicuramente per altri scopi, e allora scopro che Avatar, almeno nel mio caso potrebbe anche significare nuovo punto di arrivo… il che a pensarci bene neppure si discosta troppo con la sua accezione spirituale.
Io l’Avatar lo inserisco in un quadro molto ampio e complesso, è veramente qualcosa che determina il punto massimo raggiungibile fino ad ora. Avatar è l’incoronamento potrei affermare di un “pacchetto” divenuto essenziale per chi, e grazie al cielo (ma anche alla terra e specialmente ai cavi telefonici) non sono pochi, non siamo pochi, ha scelto di tuffarsi nel mare, o se meglio preferite nella rete, della comunicazione interattiva.
Avere un AVATAR è l’apoteosi, il raggiungimento massimo, il modo insuperato fino ad ora per potersi esprimere, ma non solo, interagire con le espressioni degli altri, cosa senz’altro più importante ai fini di una vera comunicazione “libera”.
Ecco ci siamo arrivati: comunicazione libera. E non è solo una coppia di parole, è un concetto estremamente ampio specie per chi come me, oramai grandicello, è stato più abituato ad ascoltare che ad esprimersi. Ascoltare si, quasi esclusivamente ASCOLTARE.
Si ascoltava talmente tanto che il termine Ascoltatore era persino il più usato in campo multimediale. Io ero un ASCOLTATORE.
No, no, leggete bene non sono pentito, no! Anzi sono stracontento di esserlo stato, solo così posso davvero apprezzare questa nuova fase, e chi sa quanto potrà durare davvero… che aimè sarà per diffidenza ma ci credo pochino, che quella Gente abituata a parlare, o meglio a farsi ascoltare da tutti gli Ascoltatori del mondo, rinunci tanto facilmente a quel privilegio rivoluzionario ai suoi tempi tanto da chiamarsi potere multi mediatico.
Pacchetto dicevo. Si e presto ne parleremo assieme. Intanto voi meditate su quanto ho scritto e se vi va lasciate un commento: interagite liberamente.
Io l’Avatar lo inserisco in un quadro molto ampio e complesso, è veramente qualcosa che determina il punto massimo raggiungibile fino ad ora. Avatar è l’incoronamento potrei affermare di un “pacchetto” divenuto essenziale per chi, e grazie al cielo (ma anche alla terra e specialmente ai cavi telefonici) non sono pochi, non siamo pochi, ha scelto di tuffarsi nel mare, o se meglio preferite nella rete, della comunicazione interattiva.
Avere un AVATAR è l’apoteosi, il raggiungimento massimo, il modo insuperato fino ad ora per potersi esprimere, ma non solo, interagire con le espressioni degli altri, cosa senz’altro più importante ai fini di una vera comunicazione “libera”.
Ecco ci siamo arrivati: comunicazione libera. E non è solo una coppia di parole, è un concetto estremamente ampio specie per chi come me, oramai grandicello, è stato più abituato ad ascoltare che ad esprimersi. Ascoltare si, quasi esclusivamente ASCOLTARE.
Si ascoltava talmente tanto che il termine Ascoltatore era persino il più usato in campo multimediale. Io ero un ASCOLTATORE.
No, no, leggete bene non sono pentito, no! Anzi sono stracontento di esserlo stato, solo così posso davvero apprezzare questa nuova fase, e chi sa quanto potrà durare davvero… che aimè sarà per diffidenza ma ci credo pochino, che quella Gente abituata a parlare, o meglio a farsi ascoltare da tutti gli Ascoltatori del mondo, rinunci tanto facilmente a quel privilegio rivoluzionario ai suoi tempi tanto da chiamarsi potere multi mediatico.
Pacchetto dicevo. Si e presto ne parleremo assieme. Intanto voi meditate su quanto ho scritto e se vi va lasciate un commento: interagite liberamente.